Come dovrebbe cambiare la normativa italiana sulle manifestazioni a premio?

Attenzione alla tecnologia e apertura verso l’estero fra le modifiche più urgenti

Quando si organizza un concorso in Italia occorre fare i conti con una normativa molto articolata che presenta diverse complessità e anacronismi. La sua applicazione è soggetta a interpretazione e su diversi ambiti pone limitazioni e condizioni. 

Confrontata con altri Paesi, l’Italia sembra quindi essere una Nazione in cui è difficile fare concorsi. In realtà pur con tutti i suoi difetti, il DRP 430/01 consente alle aziende di realizzare concorsi di sorte e concorsi di abilità, di vincolare la partecipazione all’acquisto di prodotti promozionati e non ci sono limitazioni per le meccaniche di tipologia instant win e rush and win. Questa ampiezza di opportunità non è comune a tutti i Paesi: ci sono Nazioni come Stati Uniti e Svizzera dove sono vietati, ad esempio, i concorsi legati all’acquisto, altri come Belgio e Svezia dove non sono ammessi quelli di sorte, altri dove quelli con l’utilizzo di software sono soggetti a limitazioni o specifiche procedure di controllo come succede, ad esempio, in Portogallo e nelle Filippine. 

Diverse Nazioni, inoltre, non hanno una legge organica che regolamenta le manifestazioni a premio. In questi casi, è necessario fare riferimento a leggi e norme contenute nel Codice Civile, quelle sulla tutela del consumatore, le leggi sulla privacy, i principi di tutela della fede pubblica e rispetto della pari opportunità, le normative tributarie e le norme sulle pratiche sleali con particolare riferimento alla Direttiva Europea sulle pratiche commerciali sleali del 2005.

Il DPR 430/01 fornisce tutte le indicazioni su come devono essere realizzati i concorsi a premio nel nostro Paese, cosa si può fare e cosa no, anche se, soprattutto quando parliamo di Internet e dei social network, ad esempio, emerge fortemente la necessità di un aggiornamento.

Un respiro più internazionale, una maggiore armonizzazione con le leggi degli altri Paesi e una apertura verso l’utilizzo delle nuove tecnologie e nuove modalità di interazione fra azienda e cliente sono le aree di intervento secondo noi più urgenti, perché la normativa sia di vero aiuto allo sviluppo di iniziative promozionali in linea con le moderne esigenze dei brand e le preferenze dei consumatori.

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